lab-int2#MSc-2010: geografie dell’abbandono
Sunday, December 19th, 2010Laboratorio di Progettazione degli Interni 2/2010
Proff. Postiglione, Bini, Petrillo
Tutti i documenti al link:
architecture voyeurism
Laboratorio di Progettazione degli Interni 2/2010
Proff. Postiglione, Bini, Petrillo
Tutti i documenti al link:
Di seguito, le parole del Maestro Barenboim che prima di iniziare a dirigere la Valchiria di Wagner, per l’inaugurazione della stagione al Teatro alla Scala, ha letto l’articolo 9 della Costituzione Italiana in segno di protesta per i tagli alla cultura.
L’inno di Mameli: commento di Roberto Benigni
by David Colquhoun from UCL
In May 2008, I read a review of ”The myths of Innovation” by Scott Berkun. The review seems to have vanished from the web, but I noted it in diary. These words should be framed on the wall of every politician and administrator. Here are some quotations.
“One myth that will disappoint most businesses is the idea that innovation can be managed. Actually, Berkun calls this one ‘Your boss knows more about innovation than you’. After all, he says, many people get their best ideas while they’re wandering in their bathrobes, filled coffee mug in hand, from the kitchen to their home PC on a day off rather than sitting in a cubicle in a suit during working hours. But professional managers can’t help it: their job is to control every variable as much as possible, and that includes innovation.”
“Creation is sloppy; discovery is messy; exploration is dangerous. What’s a manager to do?
The answer in general is to encourage curiosity and accept failure. Lots of failure.”
To read the full version of the article: Nonsense about “research impact”
And do not miss the other connected artice: Captain Cook applies for a grant
All’interno del Politecnico, anche tra i docenti, la discussione sulla riforma universitaria continua. Di seguito un frammento di un messaggio del prof Luca Marescotti che per lucidità chiarezza e poesia riporto in modo che possa essere fruito anche dagli studenti.
[…] E poi, vedete, non credo che nell’insieme di tutti questi possibili crimini compiuti [dall’Università, ndr], possiamo mai raggiungere altre vette del crimine, da altri già sorpassate, senza che costoro, molti dei quali noti notori o famosi, siano sottoposti a tali critiche dai nostri sensibili concittadini.
Le cronache giudiziarie, le analisi della Corte dei Conti dovrebbero darci giusti punti di vista per cogliere i fatti in prospettiva.
Da decenni l’università italiana e’ sottoposta a riforme gattopardesche, che, e’ vero, sono state abilmente sfruttate da qualcuno (preside o rettore o direttore o semplice docente, poco importa). Ma questo forse inficia la scuola in quanto istituzione? nella sua funzione sociale?